Focus

Sante Donato Pierdomenico


Coordinato dal professor Sante Donato Pierdomenico (Medicina-Lungodegenza di Ortona, Università Gabriele d’Annunzio Chieti-Pescara) e dalla dottoressa Francesca Coccina (Geriatria di Pescara, Università Gabriele d’Annunzio Chieti-Pescara) in collaborazione con centri internazionali


L’ipertensione resistente vera è definita da elevati livelli pressori (> 140/90 mmHg) in ambulatorio, nonostante l’uso di 3 o più farmaci antipertensivi, confermati dal monitoraggio pressorio delle 24-ore o dalle rilevazioni domiciliari. Vari studi hanno riportato che l’ipertensione resistente vera è associata ad un aumentato rischio di eventi cardiovascolari, considerati globalmente, rispetto agli altri fenotipi pressori che possono essere identificati al di fuori dell’ambulatorio, ovvero ipertensione controllata, ipertensione da camice bianco non controllata resistente e ipertensione sostenuta non resistente. Al momento, poco è noto riguardo l’impatto dell’ipertensione resistente vera sull’insorgenza di un evento specifico come lo scompenso cardiaco. Lo scompenso cardiaco rappresenta un carico rilevante per la sanità pubblica, per mortalità, ricoveri, re-ospedalizzazioni e costi. L’ipertensione rimane una delle cause più importanti di scompenso cardiaco, al pari della cardiopatia ischemica. La prevalenza sia dell'ipertensione resistente vera che dello scompenso cardiaco (entrambe oltre il 10% nei soggetti anziani) è in progressivo aumento e nuove classi di farmaci si sono dimostrate efficaci nel prevenire lo scompenso cardiaco e nel ridurre ulteriormente i valori pressori. In questo scenario, lo scopo di questo studio è stato quello di eseguire una metanalisi, utilizzando i dati raccolti a livello locale e quelli disponibili a livello internazionale per fornire informazioni più ampie sul rischio di scompenso cardiaco nell'ipertensione resistente vera che potrebbero avere rilevanza clinica in una prospettiva futura. Lo studio ha permesso di analizzare i dati di 21365 pazienti che hanno sviluppato 692 eventi di scompenso cardiaco ed è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista Hypertension Research con il titolo “Risk of heart failure in ambulatory resistant hypertension: a meta-analysis of observational studies”. Questo studio dimostra che i pazienti con ipertensione resistente vera hanno un rischio doppio di sviluppare scompenso cardiaco rispetto all’ ipertensione controllata, l’ipertensione da camice bianco non controllata resistente e l’ipertensione sostenuta non resistente. Pertanto, dovrebbe essere fatto ogni sforzo per identificare questa condizione, che sta aumentando nel tempo, e per trovare la miglior gestione in grado di ridurre l’insorgenza di scompenso cardiaco. L’aggiunta alla strategia terapeutica consolidata di nuovi farmaci che si sono dimostrati efficaci nel prevenire direttamente lo scompenso cardiaco e nel ridurre ulteriormente la pressione arteriosa potrebbe rappresentare un approccio promettente per mitigare il peso dello scompenso cardiaco nei pazienti con ipertensione resistente vera.

In allegato il pdf del manoscritto (disponibile in open access)




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