Il 24 marzo 1882 il medico Robert Koch comunica la scoperta dell'agente eziologico della tubercolosi, ancora oggi chiamato “bacillo di Koch”. In occasione del primo centenario, dal 1982 in questa data si celebra la "Giornata mondiale della tubercolosi".
Già nel 1513 il filosofo Niccolò Machiavelli (1496-1527) nell'opera "Il Principe" si interrogava "...a proposito della tisi che all’inizio è facile da curare, ma difficile da diagnosticare e che, col passare del tempo, non essendo stata all'inizio né diagnosticata né curata, diventa facile da diagnosticare e difficile da curare".
La tubercolosi non è scomparsa: ogni anno si registrano circa 10 milioni di nuovi casi. Sebbene curabile nel mondo muoiono più di 4.000 persone al giorno.
L’Italia vanta una grande tradizione nella cura e controllo della tubercolosi (consorzi provinciali antitubercolari). Tale tradizione, ben conosciuta dalla comunità medica nazionale, è considerata un “orgoglio del passato”, ma ad oggi sono soprattutto gli specialisti italiani tra i migliori esperti al mondo nella gestione di tale patologia.
In Italia la malattia non è più endemica, ma colpisce ancora circa 5.000 persone l'anno, appartenenti soprattutto alle fasce più deboli della popolazione. La recessione economica nonché la conseguente carenza dei sistemi di welfare determinano un aumento del rischio di sviluppo, in aree sociali di fragilità quali anziani, immigrati, senzatetto, tossicodipendenti, detenuti...
In aderenza con le evidenze scientifiche e le linee guida nazionali e internazionali, l'unità operativa complessa Sanità penitenziaria della Asl Lanciano Vasto Chieti, diretta da Francescopaolo Saraceni, garantisce l'applicazione delle procedure per il controllo e la gestione di misure atte a monitorare la tubercolosi all'interno del carcere.
All’interno dei tre Presidi sanitari penitenziari di Chieti, Lanciano e Vasto sono proposti ed eseguiti ai detenuti interventi sanitari quali elementi di prevenzione primaria, secondaria e terziaria da parte dell'intera équipe sociosanitaria, con un proficuo lavoro in rete insieme ad altri specialisti, quali infettivologi, personale del Servizio dipendenze patologiche, reparti e servizi ospedalieri, Dipartimento di prevenzione.
La sorveglianza sanitaria è assicurata attraverso l'informazione (anche multilingua), il counselling, la intradermo reazione di Mantoux, l'educazione sanitaria, l'inchiesta epidemiologica, la "compliance" al trattamento farmacologico, o di chemioprofilassi, in caso di infezione tubercolare latente, con la Directly observed therapy (Dot) e le eventuali "spettanze di previdenza sociale" a carico dell'Inps.
Tali attività sono assicurate dall'assistente saniraria Luciana Petrocelli, in organico all'unità operativa complessa di Sanità penitenziaria.
Gli studenti dell'Università "G. D’Annunzio" che svolgono il tirocinio nei presidi sanitari penitenziari sviluppano abilità e competenze professionali in un contesto complesso e variegato, arricchendo le loro competenze ai fini della laurea nelle professioni sanitarie, di sssistente sanitario e di infermiere, costantemente seguiti e affiancati da tutor del profilo di riferimento.