Una visita proficua, sotto il profilo delle impressioni ricevute e delle azioni concordate. E’ questa la sintesi dell’incontro di questa mattina al Carcere di Chieti tra il direttore Franco Pettinelli e il manager Asl Lanciano Vasto Chieti, Thomas Schael, accompagnato da Gennaro Scialò, dirigente delle Professioni sanitarie infermieristiche, e Francescopaolo Saraceni, responsabile della Sanità penitenziaria.
La visita è stata l’occasione per verificare le condizioni dell’assistenza sanitaria prestata ai detenuti, che a Chieti sono 150, di cui 40 donne. Pettinelli ha sottolineato l’impegno profuso costantemente sul fronte della prevenzione, riferita sia agli screening, specie per i tumori femminili, sia alla diffusione di una diversa cultura della salute, compresa la vaccinazione antinfluenzale. E’ stata sottolineata, inoltre, la presenza di diversi detenuti colpevoli di reati sessuali, rispetto ai quali è necessario mettere in campo un setting assistenziale specifico.
A tal proposito Schael ha disposto l’attribuzione di uno psicologo in più alla Sanità penitenziaria, al fine di migliorare le attività di supporto rivolte in special modo alla popolazione femminile, che maggiormente soffre di problemi di adattamento alla detenzione, e ai “sex offenders” per i quali è fondamentale un programma di recupero e rieducazione.
Anche sul tema delle cure odontoiatriche il manager ha fatto un’apertura significativa, dando l’ok all’assistenza protesica: sono diversi, infatti, i detenuti in condizioni di indigenza che ne hanno necessità. Si tratta di un investimento sull’odontoiatria sociale, che per il direttore generale Asl va sostenuto con convinzione, per restituire la dignità di persone a uomini e donne che stanno pagando per gli errori commessi.
«Ho ricavato una positiva impressione dalle strutture penitenziarie visitate finora - ha commentato Schael - caratterizzate da uno standard buono sotto il profilo dell’assistenza sanitaria, sia come spazi a disposizione sia come dotazione di personale. Da parte nostra c’è tutta l’intenzione di portare avanti sinergie con l’Amministrazione penitenziaria, al fine di contribuire a contrastare quella marginalizzazione del carcere e dei detenuti che non facilita i percorsi di integrazione sociale».