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Attivate le prime tre Unità speciali di continuità assistenziale (Usca) per la cura a domicilio dei pazienti affetti da Covid-19 che non hanno bisogno di essere ricoverati in ospedale. Sono tre le sedi finora individuate, Orsogna, San Vito Chietino e San Salvo

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Lui ha trent’anni, appena compiuti e un lavoro che gli dà molte soddisfazioni. Così giovane e già con un’esperienza forte da raccontare: contagiato dal Coronavirus e guarito grazie alla terapia sperimentale utilizzata a Chieti dalla Clinica di Malattie infettive. Lo chiameremo Marco, perché non è il suo nome che ci interessa, ma il racconto di quello che ha vissuto. Ascoltiamolo in questo VIDEO

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Una Tac 64 strati, 80 infermieri e 20 medici per 140 posti letto: questi i numeri del Covid Hospital di Atessa, alla vigilia dell’apertura. Sono in corso i colloqui per la selezione del personale da destinare al presidio, che sarà strettamente collegato all’Hub di Chieti e in rete anche con Vasto

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«Il territorio di Atessa non ha mai avuto un’apparecchiatura diagnostica come quella che sarà installata tra qualche giorno, con immagini ad alta risoluzione e bassa dose di radiazioni, che consente lo studio approfondito su numerosi distretti corporei, nonché sui traumi. E’ stata compiuta una scelta di campo netta, nella volontà di rendere alla comunità del Sangro un servizio utile e duraturo. Non era sostenibile spendere 180 mila euro per adeguare i locali dell’ex Codemm»

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«La nostra esperienza, per quanto limitata, conferma quanto presente in letteratura - spiega il responsabile della Clinica, Jacopo Vecchiet, ordinario di Malattie infettive all’Università d’Annunzio di Chieti-Pescara -: appare ormai evidente che l’inizio della terapia in fasi precoci evita la progressione della malattia che può anche portare a forme gravissime di insufficienza respiratoria»

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