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«Quello che è accaduto a Pizzoferrato dimostra che il contact tracing funziona eccome quando viene svolto compiutamente. I positivi restano quelli che abbiamo isolato inizialmente, non ne sono emersi altri con i tamponi fatti a tappeto su tutta la popolazione»: questo il commento del direttore generale della Asl Lanciano Vasto Chieti, Thomas Schael, che rende merito al lavoro svolto dal Dipartimento di Prevenzione, diretto da Giuseppe Torzi, e dal 118, con il responsabile Adamo Mancinelli, a conclusione della massiccia tornata di test molecolari eseguiti su ampia scala dopo l’impennata di contagi che si è verificata a inizio gennaio.

«Abbiamo testato il 70 per cento degli abitanti del paese - aggiunge - con 536 tamponi effettuati, su un totale di 750 persone che vivono a Pizzoferrato e non sono emersi ulteriori casi di positività. Vuol dire che il contagio era stato circoscritto con l’isolamento seguito all’attività svolta in precedenza e alla sorveglianza dei contatti stretti. Tutti i casi sono stati lavorati seguendo lo scrupoloso rispetto dei protocolli, come sempre, e abbiamo avuto conferma dell’efficacia del nostro Dipartimento di Prevenzione nell’attività di tracciamento nel contrasto alla diffusione del virus. Questi risultati saranno rivalutati fra qualche giorno ai fini dell’analisi epidemiologica che ha determinato la decisione di istituire la zona rossa».

Attualmente i casi positivi attivi a Pizzoferrato sono 67, al netto delle prime riammissioni in comunità già effettuate dal Dipartimento. 

 

 

 

 

 

 

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