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Medici del territorio al lavoro insieme per un confronto sul trattamento dei pazienti Covid-19 a domicilio e sui criteri di selezione per il trattamento con anticorpi monoclonali. L’iniziativa è dell’Ucat della Asl Lanciano Vasto Chieti, l’Ufficio coordinamento attività territoriali, impegnato da tempo nella gestione integrata della pandemia a livello territoriale. Coordinato da Pasquale Falasca, responsabile epidemiologo della Asl, Francesco Ricci, infettivologo territoriale, e Mauro Petrucci, rappresentante dei medici di medicina generale, l’incontro ha visto la partecipazione di oltre 120 tra medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici Usca, del 118 e della continuità assistenziale che si sono ritrovati per aggiornare, sulla scorta dei dati epidemiologici aziendali e delle ultime evidenze cliniche, le linee guida per la gestione a domicilio dei malati Covid-19. Il percorso, per la verità, era stato già condiviso a inizio pandemia, ma si è reso opportuno un adeguamento alla luce dell’evoluzione della situazione epidemiologica, utile anche a ridurre ulteriormente il numero dei ricoveri e rinsaldare la collaborazione tra medicina generale, Usca e infettivologo territoriale. 

Al fine di migliorare ulteriormente la gestione dei pazienti Covid-19 sul territorio è stato avviato uno studio epidemiologico osservazionale per la raccolta di informazioni cliniche in possesso di medici e pediatri finalizzato a valutare l’impatto delle pratiche terapeutiche domiciliari ai pazienti con sintomi di Covid-19 e in generale della gestione territoriale, oltre alle modalità di intervento delle Usca. Nella valutazione complessiva degli esiti della patologia è stato anche previsto il monitoraggio a lungo termine di quanti hanno contratto l’infezione per valutarne la comparsa di complicanze a distanza di tempo o un'eventuale cronicizzazione della malattia. 

Ai lavori ha preso parte anche il direttore sanitario aziendale Angelo Muraglia, con il quale sono state condivise le procedure per trattare con anticorpi monoclonali i malati Covid-19, che i medici di medicina generale avranno il compito di reclutare tra i loro pazienti trattati a domicilio. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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