«E’ necessario chiarire i termini della vicenda Dialisi una volta per tutte perché i timori dei pazienti vanno fugati, così come sono da disinnescare polemiche derivanti dalla lettura distorta di una riorganizzazione»: il direttore generale della Asl Lanciano Vasto Chieti, Thomas Schael, interviene per chiarire i termini del riassetto progettato per l’assistenza ai pazienti nefropatici nei futuri nuovi ospedali.
«Dobbiamo intenderci su un aspetto fondamentale - precisa -: non si taglia nulla, non si sopprimono servizi, non sarà penalizzato nessuno, ovunque residente. La nuova rete ospedaliera non avrà alcun impatto sul servizio garantito a questi pazienti, oggi come in futuro. La nostra proposta di riorganizzazione della Dialisi è improntata a tutt’altro criterio, lo stesso seguito da anni in regioni come l’Emilia Romagna, il Piemonte, la Toscana o il Veneto e prevede setting assistenziali differenti assegnati in base alle condizioni cliniche di ciascun paziente. Pertanto quelli critici saranno trattati in ospedale, usufruendo di letti tecnici istituiti in Medicina e Geriatria, al fine di garantire interventi immediati in situazioni di emergenza, mentre i cronici potranno sottoporsi ai trattamenti nelle strutture territoriali, quali distretti e case di comunità, il più possibile vicino a casa se non nel proprio domicilio. Aspetto, quest’ultimo, che desideriamo incentivare al fine di limitare i disagi dei pazienti e in ossequio alle indicazioni del Piano nazionale delle cronicità. Resta poi il regime a più alta intensità, presso la Nefrologia di Chieti, per pazienti affetti da insufficienza renale acuta e vicini al trapianto per i quali può rendersi necessario il ricorso a Rianimazione, Utic e Terapia intensiva cardiochirurgica. Insomma il modello prevede possibilità differenti per pazienti differenti. E’ un progetto lineare, chiaro, che non si presta a letture in controluce semplicemente perché non nasconde altri intenti, e ci mancherebbe altro. Un'azienda che produce salute figuriamoci se può penalizzare una categoria fragile come i dializzati! Per loro abbiamo immaginato un servizio in linea con le esperienze di regioni che hanno sperimentato con successo percorsi differenti e quei modelli avanzati vogliamo seguire per fare un passo avanti in termini di qualità dell’assistenza. Attualmente abbiamo in carico 234 pazienti nefropatici, a fronte di una potenzialità operativa dei nostri centri dialisi che ne può trattare 344. In alcuni, infatti, viene svolta un’attività ridotta, non solo perché fortunatamente non registriamo un aumento del numero di pazienti, ma anche per via della significativa attività dialitica domiciliare, nel rispetto delle indicazioni ministeriali tese a favorire tale orientamento. Diversificare, lo ripeto, non vuol dire penalizzare, non vuol dire ridurre, non vuol dire danneggiare i pazienti. A loro, e ai dializzati in particolare, chiedo di continuare a fidarsi di questa azienda».
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