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La Chirurgia endoscopica digestiva di Ortona ha presentato al 31° congresso nazionale Anote-Anigea, svoltosi a Salerno, uno studio sull'utilizzo del propofol in endoscopia da personale medico non anestesista, con il coinvolgimento dell’infermiere.


Gli autori sono Massimo Petrocco, Nicoletta Cicconetti, Gilda Napoletano, Maria Teresa Tartaglia, Marco Trappoliere, Massimiliano Tontini, Maria Pia Caldarella, Maria Marino dell'unità di Chirurgia endoscopica digestiva dell'ospedale “Gaetano Bernabeo” di Ortona, diretto proprio da Maria Marino


Introduzione

Per un'Endoscopia moderna, di qualità e al passo con i tempi e con gli scenari internazionali, è sempre più importante l'utilizzo di una sedazione appropriata al tipo di procedura e di paziente. Alla luce della nostra esperienza e degli studi clinici condotti, abbiamo ritenuto che l'utilizzo del Propofol debba fare parte della routine endoscopica per il raggiungimento degli end point di qualità come l'accuratezza e la completezza dell’esame, la percezione positiva del paziente in termini di riduzione dell'ansia, del dolore e miglioramento del confort.


In questo contesto multidisciplinare e multiprofessionale, la figura dell'infermiere si individua in un percorso di crescita, acquisizione di competenze avanzate nell'ambito della gestione del paziente in sedazione, nel monitoraggio cardiocircolatorio e respiratorio, nell'applicazione di procedure e strumenti operativi e nella formazione, attraverso training per la gestione delle complicanze con corsi di Basic Life Support o Advanced Cardiac Life Support.


Negli ultimi anni abbiamo condiviso la nostra esperienza a livello nazionale e internazionale ricevendo riconoscimenti dalle comunità scientifiche e dalla nostra stessa azienda, con la quale abbiamo organizzato una serie di incontri, mediata dal servizio di rischio clinico, per la stesura del protocollo aziendale in condivisione con l'équipe anestesiologica dell'Ospedale di Ortona.


Abbiamo confrontato i dati dei precedenti lavori (campione di pazienti ASA I e II, età 62 anni +/- 6) dei primi 5 anni di utilizzo del propofol, dal 2014 al 2019 per un totale di 10.050 procedure, con gli ultimi due anni del “periodo Covid” 2020-2021, con 2.586 procedure osservate, riscontrando un sostanziale mantenimento del basso profilo di rischio. Inoltre, l'incidenza di complicanze assume una tendenza a decrescere negli anni, a prova della maturata performance del team e delinea una progressiva curva di apprendimento in continua crescita. 


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