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Diagnosi precoce dell’ictus: nella radiologia dell’ospedale di Chieti la prima risonanza magnetica portatile per il cervello

Un gioiello tecnologico, altamente performante, prezioso nel campo dell’emergenza: è la risonanza magnetica portatile a intensità di campo bassa di cui si è dotata la radiologia dell’ospedale di Chieti, che sarà impiegata in pronto soccorso per la diagnosi precoce dell’ictus cerebrale.

È la prima risonanza portatile dedicata al cervello, finanziata dal Ministero della Salute nell’ambito del Piano operativo sanità 2021 su progetto realizzato da una rete di ricercatori italiani, con la partecipazione delle università di Chieti e L’Aquila, quest’ultima nel ruolo di capofila.

Realizzata da un'ex startup americana, tale tecnologia si sta diffondendo rapidamente a livello internazionale, come spiega Massimo Caulo, direttore della radiologia e professore ordinario all'università "Gabriele d'Annunzio" di Chieti-Pescara: «Saremo i primi in Italia a confrontarci con questa metodica, così come i nostri pazienti a usufruirne. È un apparecchio che sta avendo successo perché consente di eseguire esami senza controindicazioni di tipo magnetico in qualsiasi ambiente e là dove serve, nel cosiddetto point of care. Obiettivo del progetto stilato con i colleghi aquilani Simona Sacco, Marcello Alecci e Angelo Galante è sostituire la tac con la risonanza a basso campo magnetico nella diagnosi precoce dell’ictus cerebrale e di estenderne l’utilizzo nelle condizioni neurologiche critiche che richiederebbero un esame a letto del paziente, come per esempio quelli ricoverati nelle terapie intensive. In prospettiva l’obiettivo più ambizioso sarà l’installazione di questa tecnologia sull’ambulanza, così da formulare la diagnosi tempestiva e nel punto di esordio».

Alla vista sembra un apparecchio "leggero", ma non deve trarre in inganno: «È una tecnologia molto complessa che richiede competenze avanzate per essere utilizzata – puntualizza Caulo – e al momento ha indicazioni molto ristrette. Ma è solo l’inizio di una bella storia e a scriverla potremo essere noi».





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