Il dialogo non si è arenato sul nodo dell'ex ospedale San Camillo di Chieti, perché sono ancora aperte questioni importanti. Per questo il direttore generale della Asl Lanciano Vasto Chieti, Thomas Schael, è tornato a scrivere al sindaco di Chieti per sollecitare la definizione di una questione rimasta sospesa. È tornato anche sul tema caldo di questi giorni, che ancora brucia, evidentemente, e lascia uno strascico doloroso quando mancano poche settimane alla conclusione del mandato, che lo stesso direttore vorrebbe sereno e pacifico e con la tranquillità di aver chiuso partite importanti sotto il profilo degli investimenti e dei progetti rimasti sospesi.
Ex Peter Pan
La realizzazione di una "casa di comunità" nell’ex asilo di Chieti Scalo è ancora solo un progetto inserito nell’elenco di opere da realizzare con fondi Pnrr, perché, tra botta e risposta Asl-Comune e ipotesi di soluzioni, di fatto non sono stati compiuti passi avanti. Non è stata possibile finora la vendita dell’immobile alla Asl perché resta da sciogliere il nodo della proprietà del terreno, ancora formalmente in capo a Trafilerie Meridionali. Fallita anche l’ultima soluzione amministrativa proposta di negozio trilaterale tra Comune, Asl e la stessa società che ancora risulta intestataria del sedime, non sono stati registrati ulteriori sviluppi.
«Non abbiamo ricevuto riscontri alla nota del novembre 2024 – si legge nella lettera inviata al sindaco – con la quale si invitava il Comune a procedere con l’acquisizione sanante oppure a trovare soluzioni alternative con la massima celerità al fine di rendere possibile la realizzazione del progettato intervento Pnrr». Di qui l’invito a dare una risposta entro il prossimo 31 gennaio 2025, formalizzando le decisioni che si intendono adottare al fine di rimuovere gli ostacoli di ordine giuridico che hanno reso a oggi impossibile rendere concreto il progetto di "casa di comunità" a Chieti Scalo. «Ulteriori ritardi – avverte Schael – finiranno per comportare la perdita del finanziamento, con ogni conseguente responsabilità che non potrà essere addebitata alla Asl, che si vedrà costretta, nella peggiore delle eventualità che va scongiurata, a realizzare l’intervento altrove».
San Camillo
Repetita iuvant. È un po’ questo il senso della nuova lettera inviata al sindaco per sottolineare ancora una volta, nel caso non fosse già abbastanza chiaro, come la scelta di vincolare l’immobile ad attività sanitarie sia in contrasto con le scelte, formalizzate con atti, della Asl che da anni ha inserito lo stabile tra i beni in dismissione. Una decisione confermata anche di recente negli strumenti di programmazione 2024, all’interno del piano pluriennale degli investimenti.
«Pertanto l’alienazione dell’immobile al Ministero della giustizia – scrive il direttore – avrebbe non solo rifunzionalizzato un contenitore dismesso da oltre vent’anni attraverso un uso pubblico di un bene, ma prodotto rilevanti risorse economiche per la Asl, da riversare sul sistema sanitario con beneficio dei cittadini di Chieti e di tutto il territorio». Nelle ultime righe l’invito al Comune di farsi avanti con una proposta di acquisto: se la vendita al Ministero salta, come quasi certo, si accettano offerte che possano pareggiare il danno derivante dall’operazione fatta fallire con il vincolo all’uso sanitario votato dal Consiglio: sei milioni 293 mila 547 euro la somma che la Asl stava per incassare. Tanto per essere esatti.