Offrire un approccio globale ai bisogni specifici delle detenute nella sezione femminile della Casa circondariale di Chieti, pensando anche al "dopo": questa la finalità della sinergia messa in campo dall’Assistenza consultoriale interdistrettuale e dalla Sanità penitenziaria, dirette rispettivamente da Drusiana Ricciuti e Giuseppe Vitolla, che hanno strutturato un programma di salute al femminile dietro le sbarre.
Ogni due settimane le operatrici del Consultorio familiare di Chieti entreranno in carcere per visite e prestazioni di natura ostetrico-ginecologica, assistenza psicologica e sociale. Si tratta di un’attività che nell’intento dei promotori mira a una presa in carico stabile e globale della donna, a cui dare continuità assistenziale una volta riacquistata la libertà.
«Il nostro obiettivo è stabilire un rapporto duraturo con queste persone - sottolineano Ricciuti e Vitolla - che una volta fuori potranno continuare a far riferimento al Consultorio per problemi di salute personali o dei figli e per segnalare condizioni di bisogno che potranno essere rappresentate ai Servizi sociali con i quali si opera in stretto raccordo. Sono donne dentro e oltre le mura e non vogliamo smettere di prendercene cura».
Il primo ingresso in carcere avverrà nella giornata di oggi, con l’équipe consultoriale che eseguirà visite ed ecografie ginecologiche, screening per l’HPV, test per la prevenzione del cervico-carcinoma e vaccinazione contro il Papilloma virus. Inoltre si lavorerà su promozione della salute e prevenzione delle malattie a trasmissione sessuale e in generale saranno svolti incontri informativi su tematiche di interesse dell’universo femminile.
Saranno riservati colloqui alle detenute prossime all’estinzione della pena al fine di creare un ponte con l’esterno, sostenendole nella delicata fase del rientro in società. L’idea è di strutturare presso i consultori familiari veri e propri percorsi di presa in carico per le donne che si apprestano a tornare a casa.
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