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Da oggi la Asl Lanciano Vasto Chieti eseguirà tamponi rinofaringei nelle 96 strutture sociosanitarie residenziali pubbliche e private della provincia che ospitano 2.562 persone, assistite da 2.277 operatori. Parliamo di residenze per anziani e disabili; comunità per minori, donne in difficoltà e dipendenze patologiche; residenze sanitarie e di riabilitazione. L’iniziativa nasce dalla volontà di dar seguito alle ordinanze regionali in materia, alle sollecitazioni dei sindaci e della Fnopi, quest’ultima impegnata nella tutela della sicurezza degli operatori anche attraverso la recente donazione di dispositivi di protezione alle strutture non direttamente gestite dalla Asl.

Molti ospiti, la maggior parte, sono fragili e più vulnerabili al Covid-19, principalmente a causa dell’età e delle patologie. È quindi importante ridurre il rischio di diffusione del Coronavirus. In questi luoghi non è permesso ai visitatori esterni il contatto diretto con gli assistiti. A entrare e uscire sono soprattutto gli operatori, che saranno sottoposti tutti a controllo insieme ai pazienti. Il cronoprogramma, in questa prima fase, prevede che da oggi e fino al 7 giugno gli operatori del 118 eseguano su ogni soggetto il tampone e il prelievo di sangue per il test sierologico. Nella giornata di oggi saranno eseguiti i campionamenti nelle prime sei strutture: Centro Residenziale per anziani di Atessa, Villa Aurora ad Altino, a Casoli la Rsa pubblica e la Casa Famiglia Domus Mea a Casoli, e a Palombaro la Casa Famiglia “Il sollievo” e l’Albergo Di Giuseppe. Domani sarà la volta di Chieti, con le prime 7 residenze: Villa Maria, Suore Compassioniste, Cassiopea Anziani, Struttura Comunitaria Iris, Casa famiglia Nonna Anna, Fondazione Figlie dell’Amore, Santa Camilla Villa Pini.

I controlli vengono richiesti dalla struttura alla Asl, che provvede a inserire i dati sui sistemi “Gestione Covid-19 (Sm@rt Test)”, attivato nelle scorse settimane dalla Asl, e ATTRA della Regione Abruzzo. Il personale del 118 valida la richiesta e fissa la data dell’esecuzione del prelievo, inviato poi ai laboratori regionali per la refertazione in 48 ore. Il sistema gestionale notificherà l’esito direttamente al Dipartimento di Prevenzione della Asl che provvederà ad adottare le misure necessarie, compresa, in caso di positività, la messa in sicurezza della struttura e l’attivazione della sorveglianza anche dei contatti stretti. Non si parte, però, di un “punto zero”, poiché nella fase 1 le strutture sono state monitorate con l’acquisizione di informazioni sulle procedure di prevenzione delle infezioni da Covid19 adottate, sulla presenza di pazienti con sospetta positività e con l’aggiornamento quotidiano delle condizioni cliniche degli ospiti attraverso schede di rilevazione di parametri quali temperatura e saturimetria.

Un contributo importante alla realizzazione del progetto è arrivato dai Sindaci, che hanno collaborato attivamente nella fase del censimento delle strutture residenziali socio-sanitarie, pubbliche e private, presenti sul territorio, così articolate:

  • 46 Residenze sociali per anziani
  • 5 Comunità per dipendenze patologiche
  • 14 Comunità per minori e donne in difficoltà
  • 7 Centri di riabilitazione ex art.26
  • 5 Centri di riabilitazione psichiatrica
  • 13 Residenze protette per anziani e disabili
  • 6 Residenze assistenziali per anziani e disabili

 

Il messaggio di Thomas Schael: "Mai più stragi silenziose. Proteggiamo i nostri anziani, fragili come cristalli"

«Se c’è un’immagine che stringe il cuore, riferita al disastro causato dal Coronavirus, è quella di carrozzelle e letti lasciati vuoti dalle migliaia di anziani deceduti. La strage silenziosa, è stata definita, che si è consumata nelle abitazioni e negli istituti dove erano ricoverati. Le cronache di queste settimane ci hanno consegnato numeri, dietro i quali c’erano nonni, padri, madri, uomini e donne, volti a cui associare sentimenti e storie umane, che specie in vista della “fase 2” occorre richiamare alla mente. Si tratta di persone che hanno sofferto anche la solitudine, nell’impossibilità di incontrare le persone care, una rinuncia che spesso non è bastata a salvare loro la vita. L’esplosione della pandemia, violenta nella portata e nelle conseguenze, è stata affrontata in “modalità emergenza”, e non poteva essere diversamente, vista la necessità di intervenire a contagio avvenuto, e di estendere oltre misura il numero di posti letto. Ma ora il nostro impegno si sposta sul territorio, perché è lì che va aggredito il contagio, attraverso un’indagine capillare e un monitoraggio costante che parta proprio dai luoghi più a rischio, nei quali possono verificarsi focolai che vogliamo a tutti i costi prevenire. La nostra Asl segue da tempo e con particolare attenzione i soggetti fragili, attraverso progetti di medicina di iniziativa che rappresentano un unicum in questa regione, ispirati a un principio semplice: giochiamo d’anticipo, e li prendiamo in carico per seguirne le patologie ed evitare che vadano ad aggravarsi. La stessa sensibilità verso questa categoria ci spinge oggi a privilegiarla mettendola al primo posto nell’indagine epidemiologica, con lo stesso criterio: identificare subito possibili casi di positività per interrompere la catena del contagio e preservare il maggior numero possibile di anziani. Rappresentano una generazione che ha fatto e vissuto la guerra, ma di forte tempra, abituata a resistere, e così sarà anche in questa circostanza. A compensare la fragilità dell’età, ci pensiamo noi. Mi piace richiamare, in proposito, la bella metafora proposta, nelle scorse settimane, da un’operatrice di una casa di riposo di Saronno, che paragonava la struttura a una cristalleria, dove in molte case si conserva il servizio buono, dicendo: stiamo cercando con fatica di salvare tutti i bicchieri. Ecco, noi desideriamo fare lo stesso con i nostri anziani, patrimonio di memoria che merita rispetto e cura».

 

 

 

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