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La variante Omicron non è poco più di un raffreddore, perché è quella prevalente tra i 113 pazienti ricoverati al 17 gennaio 2022 negli ospedali di Chieti e Vasto. Il dato emerge da un’analisi condotta dal Cast, il Laboratorio dell’Università "Gabriele d’Annunzio" di Chieti che ha sequenziato i test pervenuti negli ultimi giorni per verificare la diffusione delle varianti tra i degenti. Particolarmente rilevante il dato riferito alla Rianimazione, dove la presenza della Omicron è raddoppiata, passando dal 23% al 56% dei pazienti intubati. Questi i dati relativi alla occupazione dei posti letto Covid-19 oggi: a Chieti 11 in Rianimazione, 30 in Malattie infettive, 23 in Clinica geriatrica, 23 in Medicina, 11 in Pneumologia, sei bimbi in Terapia intensiva neonatale nati da mamme contagiate e nove a Malattie infettive a Vasto. 

Come dato generale la variante Delta è presente nel 17% dei ricoverati, con prevalenza in Pneumologia e Geriatria, mentre l’altra è diffusa nell’83%. La stima è stata compiuta sui campioni provenienti esclusivamente dai presidi ospedalieri della provincia di Chieti tra il 12 e il 15 gennaio 2022 e non riguarda i test eseguiti nei drive-in o in ambito domiciliare. 

«I numeri descrivono una realtà che si presta a una doppia lettura con la lente della politica sanitaria - chiarisce il direttore generale della Asl Lanciano Vasto Chieti, Thomas Schael - perché da un lato mettono in luce la pressione che si sta di nuovo esercitando sui nostri ospedali, dove la disponibilità di posti è ormai al limite, dall’altro correggono il tiro rispetto alla narrazione passata fin qui sulla presunta scarsa pericolosità rappresentata dalla variante Omicron. Che non è affatto leggera nelle possibili conseguenze ed è all’origine dei ricoveri nell’80% dei casi nella nostra Asl. Com’è noto, quando l’infezione è in fase avanzata e si rende necessario il ricovero, non si può neanche fare ricorso alle cure con anticorpi monoclonali o con l’antivirale da poco a disposizione degli specialisti, perché entrambi vanno utilizzati ai primi sintomi e in ambito domiciliare». A tale proposito sono stati resi noti anche i dati sull’impiego di tali farmaci: 369 pazienti sono stati curati e guariti con gli anticorpi monoclonali, mentre cinque sono in trattamento con il farmaco antivirale. 

I numeri, oltre a descrivere la situazione dei contagi, suggeriscono un orientamento preciso: incentivare la vaccinazione, sia in ordine alle prime dosi sia alle booster, la cui protezione dalla malattia grave è provata da tutti gli studi. Finora in provincia di Chieti sono state somministrati 740mila vaccini, di cui 144mila terze dosi. Nell’ultima settimana fortunatamente si è registrata un’impennata di prime dosi, con un picco di 5 e 6 mila inoculazioni proprio tra l’11 e 14 gennaio 2022. Ma Schael incalza: «Dobbiamo ancora migliorare, restano circa 13mila over 50 fuori dalla campagna vaccinale». 









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